IL NERO DI GIOVANNI VENTO. Un film e un regista verso l’Italia plurale

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IL NERO DI GIOVANNI VENTO. Un film e un regista verso l’Italia plurale

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di Leonardo De Franceschi

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Il nero di Giovanni Vento. Un film e un regista verso l’Italia plurale
di Leonardo De Franceschi
in copertina: foto di scena da Il nero (Silvano Manera). Autore/copyright: Gianfranco Transunto
Edizioni Artdigiland 2021
Realizzato con il sostegno di Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento Filosofia, Comunicazione e Spettacolo
formato paperback, illustrato
ISBN : 978-1-909088-43-6

Da anni, un’Italia plurale, figlia dell’incontro transculturale, inventa spazi di espressione, reclama diritti di cittadinanza, lavora per una decolonizzazione del presente e della Storia. È anzitutto a questa Italia che vuole parlare questo libro, che ricostruisce l’avventura di un cineasta, Giovanni Vento (1927-79) e del suo unico film di finzione, Il nero (1967). Romano, figlio del popolo, critico in lotta per un cinema all’altezza della lezione della Resistenza, documentarista attento ai mille volti di un’Italia sommersa, con Il nero Vento lancia la sfida di raccontare, in una Napoli inedita, il coming of age di alcuni «giovani, italiani e stranieri, bianchi e neri», tra cui due «figli della guerra». Per il regista, queste migliaia di nate/i dall’incontro tra italiane e soldati della Quinta Armata erano «i primi neri della storia italiana». Nonostante una partitura audiovisuale modernista, le luci di Aiace Parolin e i riff di Piero Umiliani per Gato Barbieri, Il nero nel 1967 non riuscì a trovare un distributore. Dopo il restauro digitale del Museo Nazionale del Cinema, per questo film e per il suo autore, caduti ingiustamente nell’oblio, si aprono tempi nuovi.

Leonardo De Franceschi insegna e fa ricerca all’Università degli studi Roma Tre. Ha consacrato molte energie alla promozione delle cinematografie africane, arabe e diasporiche, curando insieme a Maria Coletti la direzione artistica del festival Panafricana-Le mille Afriche del cinema a Roma (2004-07) e della rivista online «Cinemafrica-Africa e diaspore nel cinema». Dal 2008 ha aperto a Roma Tre una linea di ricerca e didattica di studi postcoloniali di cinema e media, che ha prodotto un insegnamento, una collana, decine di saggi e monografie come L’Africa in Italia. Per una controstoria postcoloniale del cinema italiano (cura, 2013). Lavora per una revisione in senso inclusivo degli immaginari sull’italianità e per la promozione di politiche della diversità analizzate a creare maggiori spazi di agibilità nelle industrie creative per talenti espressione di soggettività sottorappresentate e senza cittadinanza. Tra le sue ultime uscite, Lo schermo e lo spettro. Sguardi postcoloniali su Africa e afrodiscendenti (2017) e La cittadinanza come luogo di lotta. Le seconde generazioni in Italia fra cinema e serialità (2018).